Chemioterapia neoadiuvante e Bevacizumab per il carcinoma alla mammella HER2-negativo


Bevacizumab ( Avastin ), un anticorpo monoclonale contro il fattore di crescita dell’endotelio vascolare A ( VEGF-A ), ha mostrato efficacia clinica in pazienti con carcinoma alla mammella metastatico negativo per HER2 ( recettore 2 del fattore di crescita epidermico umano ).

Uno studio ha valutato l’efficacia, misurata in base al tasso di risposta patologica completa ( assenza di malattia invasiva e intraduttale nel seno e nei linfonodi ascellari ), e la sicurezza dell’aggiunta di Bevacizumab alla chemioterapia neoadiuvante in pazienti con tumore alla mammella in stadio iniziale.

In totale, 1948 pazienti con una dimensione mediana del tumore di 40 mm alla palpazione sono state assegnate in maniera casuale a ricevere trattamento neoadiuvante con Epirubicina ( Farmorubicina ) e Ciclofosfamide ( Endoxan ) seguito da Docetaxel ( Taxotere ), con o senza trattamento concomitante con Bevacizumab.

Pazienti con carcinoma mammario HER2-negativo sono risultate eleggibili per lo studio se avevano tumori di grandi dimensioni, malattia negativa per il recettore ormonale o malattia positiva per il recettore ormonale con linfonodi palpabili o biopsia del linfonodo sentinella positiva e nessun aumento del rischio cardiovascolare o di sanguinamento.

In generale, i tassi di risposta patologica completa sono stati pari al 14.9% con Epirubicina e Ciclofosfamide seguiti da Docetaxel, e 18.4% con Epirubicina e Ciclofosfamide seguiti da Docetaxel più Bevacizumab ( odds ratio [ OR ] con l’aggiunta di Bevacizumab, 1.29; P=0.04 ); i corrispondenti tassi di risposta patologica completa sono stati pari a 27.9% e 39.3% tra le 663 pazienti con tumori tripli-negativi ( P=0.003 ) e 7.8% e 7.7% tra le 1262 con tumori positivi per il recettore ormonale ( P=1.00 ).

La chirurgia mammaria conservativa è stata possibile nel 66.6% delle pazienti in entrambi i gruppi.

L’aggiunta di Bevacizumab, rispetto alla sola terapia neoadiuvante, è risultata associata a una maggiore incidenza di effetti tossici di grado 3 o 4 ( neutropenia febbrile, mucosite, sindrome mano-piede, infezione e ipertensione ) ma con una incidenza simile di complicazioni chirurgiche.

In conclusione, l’aggiunta di Bevacizumab alla chemioterapia neoadiuvante aumenta in modo significativo il tasso di risposta patologica completa in pazienti con tumore mammario in stadio precoce HER2-negativo.

L’efficacia è risultata ristretta soprattutto alle pazienti con tumori tripli-negativi, per i quali la risposta patologica completa è consideraae predittore attendibile dell’esito a lungo termine. ( Xagena2012 )

von Minckwitz G et al, N Engl J Med 2012; 366: 299-309

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